10 dicembre 2013

 

La famosa lettera di Croce: perché i Liberali non possono essere né di Destra, né di Sinistra.

Lettera di Croce su Partito Liberale né di Destra né di Sinistra (Croce 1951)Nel 1951 Benedetto Croce indirizza ai liberali, anzi a “coloro che si determinano a iscriversi al Partito liberale”, un’importante lettera scritta a macchina, nientemeno che sulla collocazione politica del Liberalismo fatto partito tra i partiti. Destra, Centro o Sinistra?

Il foglio contiene alcune puntigliose correzioni a penna: segno che il grande intellettuale e filosofo, uno dei maggiori scrittori del Novecento, a differenza di Moravia, rileggeva i testi, e all’ortografia e alla forma teneva, eccome…

Ma è il contenuto che sorprende per la sua franchezza e chiarezza estrema, insolite sia nei politici che nei filosofi. In poche righe, come se scrivesse un vademecum allegato a un modulo a uso dei giovani che vogliono iscriversi, Croce senza tanti giri di parole esclude che un Partito Liberale possa mai definirsi “di Destra” o “di Sinistra”. Semmai, partito “di Centro”. Anzi, dice, l’unico che sia possibile definire di Centro. Ma è chiaro che si tratta di un Centro mobile, mobilissimo, come spiega, di volta in volta rivolto verso Destra o verso Sinistra, cioè – spiega lo stesso Croce – con atti, a seconda delle esigenze, di progresso, anche spinto, o di conservazione. Insomma, è chiaro che si tratta di un Centro filosofico, virtuale più che virtuoso.

Come interpretare questo scritto? Innanzitutto storicizzandolo e non assolutizzandolo. Si era nei primi anni Cinquanta, quando si andava imponendo una sorta di "bipolarismo" imperfetto tra cattolici e comunisti. Bipolarismo potenziale, virtuale, temuto, più che reale, vista l'esclusione a priori della possibilità di alternanza al Governo per un Pci legato mani e piedi all’Unione Sovietica – allora nel più bieco periodo dello stalinismo – e nemico dichiarato del sistema liberal-democratico e dell’Occidente.

Sono gli anni drammatici dello scontro “di civiltà” anche in Italia, confine orientale dell’Europa libera, dove il Partito Comunista preme con oggi mezzo per raggiungere il Potere e la lotta politica inevitabilmente diventa binaria, anzi per meglio dire bipolare ante litteram. Lo schieramento nel Parlamento è necessariamente grossolano e schematico: da una parte i difensori della libertà che si oppongono ai tentativi di “rivoluzione” comunista (e allora socialisti e comunisti sono ancora partiti fratelli), dall’altra i comunisti. Questo condiziona inevitabilmente anche l’uso parlamentare e giornalistico dei termini Destra, Sinistra e Centro, con una Sinistra di socialisti e comunisti, un Centro di democristiani, liberali e repubblicani, una Destra di neo-fascisti, monarchici, qualunquisti e qualche conservatore dissidente rispetto al Centro.

Perciò, credo che in questa lettera perfino Croce indulga al vezzo di definire gli schieramenti come Destra, Centro e Sinistra più che altro sotto l’urgenza di farsi capire dagli elettori. Certo, anche il grande Cavour, maestro di tattiche parlamentari, usava espressioni simili, tanto è vero che col Connubio passò, per fare l'Italia, da una coalizione di "Centro-Destro" (come allora si diceva) a una di "Centro-Sinistro", comprendendo così nella maggioranza di Governo anche i liberali progressisti Angelo Brofferio e Lorenzo Valerio.

Ma secondo me qui Croce escludendo che un partito liberale possa essere di Destra o di Sinistra, come credo anch'io nel mio piccolo, prende i due termini soltanto come sinonimi di conservazione e progresso, cioè concede al modo giornalistico e parlamentare di esprimersi. Perché filosoficamente e politologicamente sapeva benissimo che "Destra" e "Sinistra" sono categorie indefinibili, e infatti storicamente hanno contenuto tutto e il suo contrario.

E allora? La trovo una concessione linguistica alla lotta politica di quegli anni. Il grande intellettuale, forse il maggiore che l’Italia ha avuto nel Novecento, non solo per influenza culturale, ma anche per la vastità e l’eclettismo dei suoi interessi, era pur sempre catalogato da politici e giornalisti come “filosofo”, si sa, con la testa nelle nubi della Teoria: voleva, perciò, in questa lettera far vedere di parlare il linguaggio "di tutti", di essere "pratico". Come infatti era, anche.

Ma vi confesso che personalmente avrei preferito che il grande Croce non avesse nobilitato citandole queste tre parole senza senso politologico e filosofico: Destra, Sinistra e Centro (a proposito, io le scrivo con l’iniziale maiuscola, ma al tempo di Croce si scrivevano, come del resto la parola Governo, secondo me erroneamente, con l’iniziale minuscola, come se si trattasse di nomi generici!). Avrei preferito che si fosse limitato a parlare di progresso, di conservazione e di necessaria alternanza o compresenza dei due eterni momenti della vita sociale e politica.

AGGIORNATO IL 2 MAGGIO 2015


Comments:
certainly ljke your web site, , but you hasve to test the spelling on seveeal
of your posts. Several of them are rife with spelling issues and I
find it very troublesome to tell the truth then again I'll surely come back again.
 
Posta un commento



<< Home

This page is powered by Blogger. Isn't yours?