7 ottobre 2013

 

Dopo Berlusconi. Sicuri che il berlusconismo non ha fatto danni e che i liberali sono pronti?

«Sorrido nel vedere figli e figliastri di Berlusconi dimenarsi per raccogliere l'eredità di un centro-destra che non esisterà più. Berlusconi era “il” centro-destra. Berlusconi era “il” bipolarismo. Senza di lui niente sarà più come prima, si rassegnino». Così la volitiva salentina Roberta Culiersi, repubblicana con passione, su Facebook. E prosegue in vari post: «Sono straconvinta che quest'Italia, passata la sbornia berlusconiana, guarirà dal disturbo bipolare. E che le prossime partite si giocheranno secondo lo schema europeo: popolari, socialdemocratici, liberaldemocratici. E che in area Lib-dem ci possano essere delle sorprese: le teste ci sono, e sono tra le migliori in Italia. Lealtà e competenza le uniranno, le stanno già unendo». E in quanto a popolari e socialisti? «Si riuniranno e poi si scanneranno. E i liberaldemocratici faranno da cerniera. E saranno determinanti, per molto tempo. Dopodiché i tempi saranno maturi. Per il primo Governo liberaldemocratico della storia d'Italia».

Cara Roberta, spero che tu abbia anche doti di porta-fortuna, ma la Ragione purtroppo non è con te. Ho appena finito di dire agli amici liberali d.o.c. Salvatore Buccheri ed Enzo Palumbo (appena dimessisi dal piccolissimo Partito Liberale, «perché stanchi di fare solo testimonianza» e niente attività politica, dietro quella che io ho sempre definito solo una icona ormai impossibile da usarsi nella politica italiana), che non vedo all'orizzonte un nuovo grande soggetto liberaldemocratico di tipo europeo.

Come mai? Perché non mi sembra proprio che vogliano riunificarsi contemporaneamente anche i socialdemocratici e i cattolici (o popolari o conservatori, o come altro si vogliano chiamare). Tanto che per paradosso chi volesse aiutare una sola di queste tre grandi opzioni ideologiche, farebbe prima a cercare di facilitare le altre due. Perché tutte e tre si tengono. Quindi una triplice fatica: roba da Ercole.

Questo, senza neanche accennare al secondo e grave motivo ostativo: la famigerata litigiosità interna tra liberali, repubblicani e radicali, riflesso dell’inadeguatezza assoluta delle classi dirigenti laiche e della media borghesia italiana degli ultimi decenni. Come mai, infatti, i liberal-democratici non si sono mai uniti in Italia, neanche quando dovevano fare fronte comune contro fascisti, clericali e comunisti, ma erano divisi polemicamente in liberali, repubblicani, liberali cattolici e radicali?

Nulla sarà come prima? Sì, ma in che senso? Ricordiamoci (per averlo letto sui libri) del dopo-Fascismo. Ecco, siamo ad una situazione analoga, in piccolo, ma molto diversa. Cioè i danni del berlusconismo non si esauriscono con la morte politica (annunciata e non certo reale, attenti) del Grande Venditore di Pentole fallate. Il berlusconismo ha ormai inficiato Destra, Centro e Sinistra. Già faziosi per DNA psico-sociale (cfr. Dante ecc.) gli Italiani si sono buttati a pesce sui capi-popolo carismatici. Per loro oggi la politica è come Inter-Milan o Roma-Lazio, cioè il Bene contro il Male. E servono non imbonitori da fiera che ci illudano, ma antipatiche Cassandre, cioè psicologi bravi e politici colti e realisti, che prevedano i lenti movimenti delle convinzioni delle masse italiche. Ed è difficile per i pigri laici rieducare queste masse italiche ottusamente conservatrici alla politica normale europea, quella delle idee: liberali contro socialisti contro cattolici-popolari-conservatori. Anzi, attenti, ogni volta che noi parliamo male della classe politica, la gente capisce (perché glielo hanno detto i Berlusconi e i Veltroni, i primi convinti interpreti del bipolarismo senza idee) che “la colpa è delle Ideologie”, cioè dei partiti con idee. Quindi anche colpa nostra, dei Liberali. E no, non è vero: sarebbe un effetto paradossale e ingiusto.

Dobbiamo, invece, far capire che la colpa è solo della gente: non sa, non si interessa, non capisce i messaggi, non legge i giornali, insomma non sa usare lo strumento democratico del voto, non sa scegliere. Ci risiamo: basta un capo-popolo qualunque che dica due sciocchezze estreme recitando come un guitto che subito l’Italiano-medio cala le brache: Mussolini, Giannini, Bossi, Grillo... Senso critico dell’italiano-medio? Pari a zero: la stragrande maggioranza non riesce proprio a discriminare tra i politicante buffone o arrivista e il politico serio e responsabile.

Un commentatore a questo punto mi oppone: «Ma il dopo Fascismo ha portato Einaudi, De Gasperi ed il boom economico. Temo che questa volta non saremo così "fortunati"».

Certo, ma io parlavo solo dei danni morali. I "miei" Croce ed Einaudi, i nostri Salvemini e La Malfa, i loro De Gasperi, per fortuna erano lì, uomini giusti nel momento giusto. E c'era stata una dura guerra, come si sa, catartica, da cui si può solo rinascere, con una società anche anagraficamente diversa. Oggi ci sono lentissimi movimenti, invece, e prima il lassismo DC-PCI nella scuola, poi la TV asservita a DC e a Berlusconi, hanno lasciato la gente nell'ignoranza e nel conformismo impedendo con la diffusione dello spirito critico la nascita di una nuova classe dirigente. Colpa dei borghesi, della classe media, della “gente”, che avendo in schifo la politica non è entrata nei Partiti per migliorarli. Invece, ai tempi di Einaudi e De Gasperi la borghesia pensava, eccome, all'Italia e alla politica sociale (Olivetti, Mattioli, p.es.). Oggi quella orribile classe media che abbiamo pensa solo a se stessa, ai piccoli e meschini vantaggi, a come aggirare leggi e divieti, alle presentazioni e raccomandazioni. Nessun ideale: “O Franza o Spagna, purché se magna”  (leggi: incarichi, commesse, cooptazioni in consigli di amministrazione, lucrose e immeritate carriere accademiche o giornalistiche, consulenze, affari, speculazioni. Quando non corruzione aperta e ladrocinii veri e propri). Nessun merito, solo furbizia, illegalità e prepotenza. La famosa morale laica, per cui un tempo liberali e repubblicani erano famosi, se n’è andata. Come se tutti fossero stati trasformati di colpo in piccoli commercianti avidi e imbroglioni d’un suk arabo. Ecco la differenza.

Dimenticavo il mio solito “in cauda venenum”: tra gli errori disastrosi della gente oggi, che mi fanno disperare (pessimismo della ragione che supera alle volte l'ottimismo della volontà) c'è un dato gravissimo e deprimente: i nostri rispettivi partiti laicisti sono slabbrati, senza idee, senza identità, e quindi in mano a persone di secondo o terzo piano, per lo più "provinciali" e sottoculturali: i liberali non sono più davvero liberali ma solo liberisti, i repubblicani sono diventati solo conservatori, i socialisti addirittura di Destra, i radicali settari dediti a un capo carismatico istrione. E questi sarebbero i nostri punti di partenza? Ma se Pannunzio, Einaudi, Croce, La Malfa, Calogero, Ernesto Rossi, Salvemini, ecc. risorgessero, imprecherebbero contro di noi, prima ancora che contro gli avversari. Siamo noi i nostri primi nemici di noi stessi. Suvvia... Perciò dico che il berlusconismo ci ha già irrimediabilmente cambiato. E dopo il decadimento politico, economico e morale, ci vorranno decenni di rieducazione laico-liberale di giovani e vecchi per risollevarsi...

AGGIORNATO IL 13 OTTOBRE 2013


Comments:
Analisi molto razionale, che condivido.
 
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