12 novembre 2007

 

Unità dei liberali: De Luca vuole un soggetto unitario. Capezzone prudente

Un'improvvisa accelerazione, e tutto è cambiato in casa del Partito liberale dopo il Convegno di Fiuggi, e di conseguenza anche tra i liberali italiani. Una decisione che covava da un anno, solo che qualcuno non l'aveva presa troppo sul serio, timoroso che potesse essere uno dei consueti giri di valzer della politica, magari la solita proposta provocatoria, tanto per alzare il prezzo davanti al leader d'una coalizione che si vuole mettere alla prova. E invece era, è, tutto vero.
Peccato solo che l'organizzazione del convegno di Fiuggi sull'unità dei liberali e sul nuovo soggetto politico unitario fosse stata affidata ai pur bravi Antonietta Brancati e Roberto Petrassi, consiglieri liberal-repubblicani della Regione Lazio. Due esordienti che hanno invitato alcuni club liberali e repubblicani (Arsena del Forum repubblicano, Calabrese di La Mia Italia, l'ex ministro Scotti, cattolico liberale, del Terzo Polo ecc), ma non il nostro Coordinamento, di cui era presente a titolo individuale solo il calabrese Palmieri (I Liberali), oltre a Nico Valerio che a nome del Coordinamento ha letto il messaggio di saluto sabato 10.
La ragione? Semplice: i due organizzatori romani non ci conoscono, e nessuno li ha avvertiti. E' mancato il coordinamento anche in questo senso. Peccato, perché dovevamo esserci, e in forze, stavolta. Anche per far vedere all'amico Daniele Capezzone che già un po' del lavoro di collegamento era stato fatto, che non si trattava dei soliti castelli in aria d'un partitino. Ma chi avrebbe immaginato che questo cambio di rotta fosse reale?
Il segretario De Luca è apparso molto motivato, talvolta il migliore in campo, a momenti perfino idealista e moderatamente visionario, cosa che non dispiace in casa liberale, dove le idee sono il nutrimento principale delle libertà, come ha insegnato Croce.
Più realista e "politico" il repubblicano Nucara che ha lodato la politica dei passi successivi, dall'accordo federativo Pli-Pri fino all'attuale progetto dell'unità in un nuovo soggetto politico, sia esso partito, fondazione o altro. Purché legato ad un progetto concreto, al futuro. Dobbiamo essere capaci di abbandonare le nostre storie. E pur nel rispetto del nostro passato puntiamo al 2020, non all'800. E poi riferiamoci ai giovani, all'Europa, al partito liberale europeo ELDR. Il nostro comune simbolo per le europee deve essere il gabbiano (proprio la proposta del nostro Coordinamento, letta il giorno prima).
Pragmatismo che è piaciuto a Capezzone, che ha citato Nucara ma non De Luca, forse perché ne aveva ascoltato solo le ultime battute essendo giunto in ritardo.
Nucara ha infiammato per qualche istante la platea (i liberali sono più flemmatici dei repubblicani) con un po' di sano laicismo, quando ha criticato con forza il no del Parlamento al pagamento dell'ICI sugli esercizi commerciali da parte della Chiesa, e ha messo in guardia l'ugualmente laico e anticlericale De Luca dal fare troppo affidamento sui cattolici, ancorché "liberali" (che si riferisse all'ex ministro Scotti?).
Ma torniamo a De Luca. Già al 7.o minuto della sua introduzione al Convegno (I giornata) parla di un cambiamento radicale con toni che non ammettono equivoci. E' vero, dice, già nel Congresso del 2004 avevamo lasciato uno spiraglio aperto ad una Costituente liberale, ma allora era sottinteso che l’offerta di unificazione agli altri gruppi avvenisse dentro il PLI.
Oggi è diverso: siamo andati molto avanti. Ora nel futuro partito unico "siamo disposti ad essere uno dei soggetti, alla pari non solo con i grandi soggetti, ma anche con le piccole associazioni locali e perfino con i singoli".
Da notare che De Luca ha sempre preferito accennare alla forma "partito" ("l'unica che conosciamo"), mentre Nucara che condivide in pieno il suo disegno si è mostrato disponibile a qualunque altra forma, compresa la fondazione, da cui si può sempre ricavare un soggetto politico in caso di elezioni.
Il più prudente Capezzone, invece, in attesa d'un lavoro organizzativo e di una partecipazione ancora tutta da provare (il centinaio di presenti, ancorché rappresentativo di quasi tutte le regioni, non era certo il panorama a lui abituale dell'Ergife), nel timore di creare quello che i giornali potrebbero prendere per "il 31.o partitino" anziché quella che vorrebbe essere, una nuova aggregazione semplificatrice, come assicurava il milanese Teso, si contenterebbe alla radicale di convergenze e azioni comuni sui singoli temi. In attesa delle elezioni. Insomma, il giovane Capezzone si è dimostrato più politico e prudente del vecchio De Luca. E convinto sostenitore del bipolarismo, col quale ritiene evidentemente che in un modo o nell'altro il movimento liberale, e lui stesso, debba fare i conti.
Ha colpito, invece, la totale dismissione dell'abituale orgoglio di partito da parte di De Luca. Alla fine, concludendo i lavori, il segretario del PLI ha confermato di lavorare al progetto unitario, "con chi ci sta", "con i liberali d'ogni tipo e tendenza". Per egemonizzarli sotto le ali del PLI? No, assolutamente no: magari con i liberali del PLI come ultima ruota del carro.
Capezzone tituba e preferisce restare nel bipolarismo, cercando semmai alleati per singole battaglie? Ebbene, De Luca pur deluso sottolinea, da amico e sostenitore del progetto capezzoniano di Decidere, le "differenze" che esistono tra di loro, eredità culturali: da parte liberal-repubblicana la responsabilità di partiti, da parte radicale la politica del "mordi e fuggi" sui singoli temi, anche se quasi tutti condivisi dai liberali.
Deluso, perché, poi? De Luca avrebbe dovuto sapere che l'esigente e perfezionista Capezzone è abituato ai minuziosi lavori preparatori dell'organizzazione radicale, non alle cose "alla carlona" e a tempo parziale dei liberali. Un consiglio al segretario del PLI: provi a riempire una grande sala con mille delegati in rappresentanza di tutti i club liberali italiani, insomma con i famosi Stati Generali del liberalismo auspicati da noi del Coordinamento. E certo la reazione del vincente Daniele sarebbe diversa.
Sul finire De Luca sferra un attacco durissimo al bipolarismo populistico e senza idee spartito tra Destra e Sinistra, due schieramenti che ha definito "orribili", ricordando per alcuni accenti d'indignazione il Pannella che combatte (ancora ieri sera con Bordin, a Radio Radicale) il "duopolio" illiberale Destra-Sinistra. Però - ha ricordato - è stato proprio l'amico Pannella il maggior teorico del bipolarismo.
Oggi – De Luca riferisce citando Teso – i Riformatori Liberali hanno annunciato che si sciolgono. Perché? Si è chiesto ironicamente. Perché Berlusconi, FI, li considera ormai inutili. Ecco che cos'è il bipolarismo, ecco i guasti della politica populistica dei partiti "padronali", in cui i liberali sono accettati solo se silenti, come gli amici Biondi, Martino (e la sorella Carla, era accanto), Sterpa, Costa e Zanone, che si sono piegati a questo poco dignitoso ruolo.
Noi siamo duramente contrari a questa finta democrazia plebiscitaria di Destra (Berlusconi, col suo codazzo non democratico di laudatori e Brambille) e di Sinistra (Veltroni, e il suo Partito non democratico, col plebiscito di 3 milioni e mezzo di persone, extra-comunitari compresi, che eleggono un uomo anziché una politica).
I liberali invece sono per la democrazia partecipativa, contro i partiti padronali, proprietari, di Destra e Sinistra. E se questa è la nuova politica, che ci fa schifo, allora siamo noi l’antipolitica. E perciò tutti noi liberali dobbiamo metterci insieme. Uniamoci, noi che vogliamo unirci. Usiamo il collateralismo: gli uni pensino ai temi comuni, gli altri ad un soggetto politico unico. L'importante è restare vicini, per colpire uniti. Noi, comunque, chiunque ci sia - ha concluso De Luca - andiamo avanti verso un soggetto unico dei liberali italiani, di cui il PLI, ripeto, sarà non il primo, ma l’ultimo dei componenti (ecco la registrazione della sua ultima replica)..

Comments:
De Luca ha ampiamente dimostrato alle Elezioni 2006, di non essere in grado di gestire un partito che vale lo 0,25% e in questi termini non può permettersi di volere proprio niente.
 
I “costituenti” degli Ultimi Giorni

13/02/2008

Non c’è limite alla fantasia perversa dei salvatori della patria degli Ultimi Giorni.
Perfino Maurizio Blondet (nota 1), pure personaggio dotato di certo intelletto, cade nella fantasticheria più spinta. Egli propone, sulla falsariga di Beppe Grillo, un’assemblea costituente come quella postbellica del ’46.
Totalmente stravagante pensare che una scelta del genere possa risolvere alcunché. In uno stato un cui TUTTI dibattono di uomini, alleanze, liste e sistemi elettorali e NESSUNO di argomenti seri.
Perché le complicazioni sono ben altre, il gigantesco debito pubblico ad esempio. Il quale è stato generato dal fatto che nella penisola a lavorare sono 4/5 regioni e a mangiare sono in 20 territori più 5 milioni di immigrati. Stesso discorso vale per il mostruoso deficit dell’INPS e del servizio sanitario “nazionale”.
NON è tecnicamente possibile che stia ancora in piedi uno stato in cui PER LEGGE ad avere il DOVERE di pagare imposte sono solo 17/18 milioni di operai/artigiani del settore privato, a fronte di 63 milioni di persone godenti di tutti i “diritti”. Di più, il “dogma” tricolore impone che ad avere più diritti siano coloro che hanno meno doveri!
La corruzione e gli sprechi a livello locale potevano essere in buona parte risolti dal FEDERALISMO FISCALE. Due paroline magiche di cui Blondet ne Grillo hanno mai voluto sentire parlare. Usiamo l’imperfetto poiché a questo punto è tardi anche per il federalismo, è tardi per tutto.
La genesi della decadenza postunitaria italiana va ricercata nelle DIFFERENZE ETNICHE tra meridionali e settentrionali che nessuna costituente potrà sanare mai. Ogni problema è ORIGINATO dal razzismo “mediterraneo”, non solo dei meridionali in vero.
Gli esemplari casi di Mastella e Di Pietro (un ex magistrato!) ne sono la controprova chiarificante. Udeur e Italia dei Valori appaiono essere organizzazioni finanziarie, di stampo gangsteristico, guidate da un ristretto numero di persone legate da vincoli di parentela (cosca), il cui scopo è UNICAMENTE trarre arricchimento economico personale dalla politica. Di chi vuole uno stipendio senza lavorare, una pensione senza contributi, gli organi da trapiantare senza fare donazioni, i treni ad alta velocità senza pagare il biglietto, le pensioni d’invalidità senza essere invalidi, produrre immondizia indifferenziata senza avere le discariche e vincere i concorsi pubblici per raccomandazione non per merito.
Stanti queste contraddizioni NON è possibile mettere insieme un corpo legislativo fondamentale univoco.
IN MANCANZA di un popolo una casta di predoni, assetata di potere, si è impadronita delle strutture dello stato a proprio uso e consumo.
Credete che basti una nuova costituzione?
Da quel giorno in poi i napoletani si metteranno, di buzzo buono, a fare la raccolta differenziata della spazzatura come a Treviso, Varese o Novara? Oppure i comunisti supereranno la loro MALATTIA MENTALE per la quale la “vera democrazia” consiste nel fare esattamente come vogliono loro (nota 2)? Oppure ancora, i media romani, non più rosi dall’invidia, la pianteranno di dire che “è colpa del Nord”?
Poveri inutili illusi e idioti dell’italia terminale!
La goccia che farà traboccare il vaso: l’immigrazione selvaggia evidentemente.
Nel Centronord, la percentuale di stranieri è ora il DOPPIO della media UE. All’attuale, impressionante, favoreggiato ritmo d’ingressi (forse un milione solo nel 2008) dopo il 2010 (e 70 milioni di residenti) scoppieranno enormi conflitti interrazziali e religiosi tra stranieri e autoctoni, anche tra diverse etnie forestiere che riprodurranno qui i millenari scontri dei loro luoghi di origine. Se non altro per la densità di popolazione e tasso di antropizzazione i quali, escludendo Sardegna e qualche zona montana, hanno già raggiunto e superato il livello del Sudest asiatico. In italia sarebbe più facile “costituzionalizzare” la legalizzazione dell’incesto o della pedofilia piuttosto che l’espulsione effettiva dei clandestini! E’ palese, solo un idiota può ancora vagamente credere che nella penisola si possa limitare, quantomeno disciplinare, l’immigrazione.
Giustizia, certezza della pena, “tolleranza zero”?
Non scherziamo, se succedesse per tutta la gente che lo merita di andare in galera, dai politici in giù, necessiterebbe un indulto/amnistia ogni due mesi. Tale periodo di tempo infatti basterebbe a costipare il sistema carcerario!
Le tartassate e vilipese economie di Lombardia, Veneto e poche altre non reggeranno, QUALSIASI costituzione vigente. La mentalità egoista e razzista salverà il Meridione, forse.
C’è chi ipotizza un accordo postelettorale tra Veltroni e Berlusconi per le “Grandi Riforme”? Immaginiamo quali, ad esempio la riforma del Grande Fratello, del campionato di calcio di Serie A, del Festival di Sanremo.
Che si rassegnino Blondet e Grillo, per l’italia non c’è più NULLA da fare.
Questi INUTILI IDIOTI dello stato-zombie, sembrano divertirsi quasi a sollazzare i babbei web-dipendenti, frequentatori dei loro siti, sparando vaccate tipo “conflitto di interesse”, “aborto”, “inceneritori”, “antica Roma”, “italianità”, “Emilio Fede” e ovviamente “grandi riforme”. Grigie ombre dialettiche per celare la realtà, come nella mitica caverna platonica. Si abituino piuttosto ad usare un neologismo: “postitaliano”. Il post- di tutti i “post-”.
Parimenti stiano in guardia questi individui a vendere fumo, ad abusare della credulità popolare. Che al tracollo ANCHE essi rischieranno di finire appesi a testa in giù a un gancio da macellaio, in qualche “piazzale Loreto”.
L’esasperazione (e la pancia vuota) possono giocare brutti scherzi anche ai loro seguaci più devoti. Sicchè gli Ultimi Giorni, quelli in cui, cominceranno a esserci ritardi “tecnici” nel pagamento di pensioni e stipendi pubblici si stanno velocemente avvicinando.
La Storia si ripete, sempre.
Altro che “costituente”!

di Domenico Gatti del Canna-Power Team
Nota 1: http://www.effedieffe.com/interventizeta.php?id=2636¶metro=politica
Nota 2: tipico caso in fatto di “ingerenza” del Vaticano negli affari italici: se il Papa si esprime per l’indulto e la regolarizzazione dei clandestini tutti tacciono, se invece la Chiesa si schiera contro i matrimoni-gay e l’aborto succede un pandemonio per la violazione della sovranità della melma tricolore.

Fottilitalia.com - il sito anti-italiano per eccellenza
Copyright - © 2005-2008 - All Rights Reserved
 
Posta un commento



<< Home

This page is powered by Blogger. Isn't yours?