12 giugno 2006

 

La prima tappa? Un successo. Liberali di destra, centro e sinistra uniti

Evviva. Era dai primi anni Novanta, quelli terribili del disfacimento della classe politica italiana, in cui vennero al pettine i nodi della corruzione e del finanziamento illecito ai partiti, che i liberali delle più diverse sfumature non si sedevano più attorno a un tavolo senza litigare, anzi decidendo tutto all’unisono.
Be’, almeno in questo ci siamo riusciti. Io naturalmente sono scontento: devo aver preso da Nicolini, Veltroni e Sgarbi: volevo il Grande Evento (vedi oltre), e almeno la firma della dettagliata dichiarazione di intenti da sottoporre agli altri club. Ma ero in giornata no e quest’ultima l’ho dimenticata nel computer. Cosicché la approveremo tra qualche giorno. E’ importante la piccola costituzione, perché gli altri club, gli intellettuali e anche i singoli liberali, non ancora aderenti, devono conoscere con trasparenza liberale quali saranno i criteri con cui si aderisce. En passant anticipo la mia opinione: dovrebbero essere i medesimi che hanno regolato la nostra adesione di "fondatori", non criteri più annacquati. Se siamo stati razionali, onesti e abbastanza severi – ma non più di tanto – con noi stessi, non si vede perché dovremmo sbracarci con tutti gli altri e far venire chiunque si limiti a "dire" di essere liberale. Un po’ di contenuti, il famoso "minimo comune denominatore" che unisce tutti (liberali di destra, centro e sinistra, ma sempre liberali) ci deve essere nel testo da sottoscrivere. Anche per evitare contestazioni future, visto che i liberali sono molto litigiosi.
Insomma, a parte questi due elementi, rimandati a più tardi, il complesso cammino che potrebbe portare ad un grande movimento liberale, e che passa necessariamente attraverso la riunificazione di tanti club, di tanti intellettuali, di tante scuole e opinioni, è iniziato felicemente.
Ma è ancora lungo il percorso. Anzi, ora comincia l’iter più complesso dell’aggregazione, fino alla vera e propria rifondazione (brutto termine finora, ma bello per noi in futuro).
Siamo razionali, altrimenti non saremmo i liberali che siamo: è vero che nessun altro ci era riuscito prima, ma ad aver avuto successo è stata la selezione dei campioni ciclisti e la partenza. Siamo al Giro d’Italia. Sì, è stato una bella inaugurazione con una corposa partenza di tappa di montagna: il gruppo ha cominciato subito a pedalare insieme senza scontrarsi, senza cadute e mantenendo la formazione compatta. Certo, qualcuno già pensa all’arrivo e tenta l’allungo individuale (addirittura le prossime elezioni), ma il gruppo lo insegue e lo raggiunge. Ora ci sono le altre tappe.
Resta la soddisfazione di aver allineato al nastro di partenza le squadre di ciclisti che prima non si frequentavano per diffidenza o si odiavano, campioni autorevoli delle più diverse anime del liberalismo, chiamiamoli per farci capire liberali di destra, di centro e di sinistra (impropriamente, perché ogni liberale ha tutti e tre i vestiti nell’armadio: cambia solo la lunghezza di ogni vestito…). Ora li abbiamo convinti tutti – grazie anche alle sciocchezze ai danni dei liberali fatte dai due schieramenti del bipolarismo – a instituire un Coordinamento dei liberali italiani e in seguito una Costituente del movimento liberale.
Confesso, ero davvero meravigliato e soddisfatto – e l’ho anche detto in apertura di seduta, nella sala delle conferenze del Notegen – solo a guardare la sfilza di gruppi. Era davvero importante che provenendo da varie regioni italiane il campione dei dodici gruppi rappresentati o aderenti (dieci i politici, due i culturali) fosse di comune accordo sia sul Coordinamento nazionale che sulla futura Costituente. Dal punto di vista del giornalismo politico, è stata una vera notizia che abbiamo data alle agenzie. Mancando i nomi famosi che interessano la stampa, neanche abbiamo guardato se qualche giornale ha ripreso.
Non ci interessa. Perché la notizia vera sarà un’altra: quella del completamento del processo unificatore e soprattutto l’indizione della Costituente liberale e dei suoi Stati generali. Lì sì che ci saranno i nomi famosi da dare in pasto ai giornalisti. E a quel punto dovremo essere migliaia, e i simpatizzanti potenziali addirittura milioni. Se no, non ne faremo nulla: basta con le listarelle offensive dello 0,2 o 0,6 per un movimento che a tener conto delle idee reali della gente dovrebbe essere potenzialmente la terza o quarta forza della politica italiana.
Fino a poche settimane fa, invece, ero dell’idea di creare un "Grande Evento" con il saluto di partiti di matrice liberale e di politici molto noti. Ma sia i tempi necessari ai colloqui preliminari (almeno un mese), sia la comprensibile diffidenza di una metà degli invitati "celebri" sull’origine e la riuscita d’una iniziativa così nuova, sia il consiglio del navigato amico Morelli, mi hanno convinto a concentrarmi solo sui club. Un metodo che avrebbe assicurato successo e basi sicure all’iniziativa. Così è stato, proprio perché – malvolentieri, venendo noi dalla comunicazione – non abbiamo invitato né grandi star né stampa, e ce la siamo vista "tra di noi". Anche per non fare gaffes in caso di litigio, E invece no, tutto bene.
Gruppi, si badi, che negli anni passati forse si erano attaccati duramente l’un l’altro, e anche recentemente avevano votato per diversi partiti o coalizioni contrapposte, o addirittura non votato, eccoli ora tutti uniti ("Vuoi un caffè, caro? Ma no, offro io…"). Cose mai viste.
Ora siamo al lavoro per stilare le regole d’ingaggio, cioè il minimo che si richiede a noi stessi e agli altri per aderire al Coordinamento. Senza condizioni di favore per i fondatori. Ma senza neanche sconti e "saldi" per i nuovi venuti.
E, intanto, un grazie al ritrovato amico della Gioventù liberale, l’esperto Raffaello Morelli, che ricordiamo bastian contrario dominatore di assemblee e toscanaccio polemista che ne sa una più del diavolo, la cui sola presenza tra noi è un successo, e – per non fare una lunga lista – grazie anche al forte "attivista liberale" Beppi Lamedica (chi ha detto che i liberali "sembrano" moderati non lo conosce…) e al grintoso giovane "vecio" Claudio "Big Stones" Pietroni che t’aspetti sempre che batta il pugno sul tavolo, e invece stranemente ne esce una voce garbata e gentilissima.
Come si dice nei pub irlandesi davanti a una pinta di birra scura tra scommettitori sui cavalli? Traduciamo in linguaggio più scientifico ed elegante: "gente dalle gonadi quadrangolari". Che vi devo dire: se i sedicenti "liberali" fattisi eleggere con l’inganno in Parlamento fossero combattivi solo la metà di questi quattro amici che abbiamo portato come esempi, be’, ragazzi, avremmo sbaragliato tutti. Basta, al lavoro.

Comments:
Caro Nico, ho scritto un appello all'unità liberale, in cui come al solito ti ho citato rispettosamente. Ma non mi illudo che tu ora smetta di ignorarmi: si sa che le aquile non acchiappano le mosche... le Mussolini invece sembra che lo facciano...
 
Complimenti!
 
quell'accenno ai "sedicenti liberali che si son fatti eleggere in Parlamento" mi fa capire che i Riformatori Liberali non li volete a priori.
E se non ci volete a priori, vorrà dire che saremo avversari.

Bel modo per iniziare un processo di riunificazione dei Liberali...

Buona fortuna, comunque!
Gionata Pacor
Riformatori Liberali Europei

(ah... da noi le porte sono aperte a tutti i liberali, anche a quelli che non piacciono a Nico Valerio.)
 
Senti Pacor, ormai ti conosciamo: pensi sepre al peggio, il tuo ruolo è fare l'antipatizzante (mandato da chi?), l'ottuso provocatore, e mettere zizzania. E cercare di screditare il prossimo. Metodi fascisti. Uno così è un mediocre. Come si fa a prenderti sul serio? Non sai nulla e parli a vanvera. Mi piacerebbe sapere che fai nella vita. Non ti rendi conto che danneggi i RL con le sciocchezze che scrivi?

Io sono dalla parte dei Riformatori e dei Radicali.
Criticavo non loro (loro? E' il solo Della Vedova. Mentre i sostantivi che usavo erano al plurale: sei disattento, istintivo e superficiale), ma i tanti "liberali" alla Sterpa, Martino e Biondi (e sono decine e decine quelli poco noti) che si dicono liberali ma nulla fanno concretamente di liberale.
Ma anche DV che fara'? Vedremo.

Non sai che sono stato proposto candidato alle politiche dai Riformatori liberali? Ho dovuto rifiutare solo perché giornalista. Chi scrive non dovrebbe candidarsi, un po' come i giudici: deve essere o sembrare indipendente.
Ero e sono un fan di Della Vedova e Taradash (a cui dò 7), ma ancor di più del bravissimo Capezzone, a cui dò 9. E sono stato tra i Radicali per molti anni.

Vedi che non ne azzecchi una?
Sono cose che ti ho già detto e ridetto con pazienza infinita. Ma tu fai finta di non leggere e insisti, perché sei un provocatore. Se ti realizzi così nella vita, fatti tuoi.

Ma se proprio vuoi saperla tutta, sono i Riformatori (come tutti i parlamentari e i partiti rappresentati in Parlamento, e quelli che si danno un po' importanza di "grandi politici") che non rispondono neanche, quando li si invita ai Coordinamenti liberali. Per dirne una, io scrivevo a DV e Taradash, ma poi mi rispondeva (dopo un mese) Sparavigna. Sono un po' altezzosi, come molti liberali.
La newsletter Salon Voltaire ha inviato l'invito del Coordinemanto a 3000 nominativi, tra cui anche i Riformatori. Non hanno mai risposto.
 
Mettere zizzania? IO?
L'unico appunto che ti faccio è quello di escludere gli altri.

Almeno dovrai ammettere che il "dilettante" Jinzo ha Marco Taradash al convegno a Sestri.

Quando a suo tempo ho annunciato la mia intenzione di aderire alla vostra iniziativa non ho avuto risposta. Evidentemente mi avevi già bollato come infiltrato... ("mandato da chi?" e poi sarei io a pensare al peggio?)

Magari se un giorno ci conosceremo di persona andremo molto d'accordo.
Per il momento ti ho mandato un articolo in cui tra l'altro rimprovero ai media liberali di aver praticamente censurato la vostra iniziativa. E NeoLib l'ha già pubblicato.

Ciao,
Gionata
 
Carissimo, se c'è Morelli sei destinato a un sicuro insuccesso. Tarabaralla. Belle balle.
Buonafortuna
 
contattami. Sarò ben lieto di farvi entrare nel gruppo di lavoro che porterà a una riunificazione concreta. A settembre ci saranno delle riunioni di lavoro e a ottobre un convegno.
Paolo di lautreamont
 
paolodilautreamont@libero.it o via L'Opinione.
 
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